Il luogo di progetto si trova su un molo distante dal quartiere dove si trovano le costruzioni limitrofe da cui è separato anche da un parcheggio. Invece il molo si trova immerso in un paesaggio particolarmente interessante. La forma del golfo chiuso su cui insiste e che vede da un lato la straordinaria presenza dell’isola di Ortigia e per il resto da un paesaggio basso che nei momenti di foschia ricorda una laguna chiusa. Questa particolare condizione del luogo ci ha fatto prendere le fondamentali decisioni sul progetto. La stazione marittima è infatti progettata come un oggetto sul molo che si protende verso il mare e verso il golfo. Una stazione leggera che deve dare quasi l’impressione di un oggetto appena sbarcato e sospeso su elementi in parte naturali e in parte artificiali. Tiene conto del rapporto con il luogo come paesaggio e come vista piuttosto che legarsi ad un sistema urbano tradizionale. Emette luce per essere facilmente individuato dalle navi e dai passeggeri che raggiungono il porto. Ribadisce la sua condizione di oggetto che appartiene al mare e la sua forma deriva dalla composizione di oggetti che appartengono al mare la stessa doveva confrontarsi con le navi che arrivano nel porto.

La forma adottata è quella per il piano basso di una nave da pesca per i tonni di cui si percepisce lo scheletro e un vetro all’interno che ricorda un onda del mare. Una barca in rovina costruita con le lamelle della struttura orientabili per creare una doppia camera climatica efficiente con piante. La scatola rivestita di legno sospesa su una struttura che, ricorda le forme naturali degli alberi o delle alghe ricorda il pontile di una portaerei. Il pontile è aggredito dalle alghe rappresentate dall’estensioni morbide delle strutture sotto il piano che avvolgono in alcuni punti quella superiore e danno l’impressione di crescere senza controllo.

Il pontile al piano alto è aperto verso il paesaggio e chiuso verso la città. Questo per individuare una vista privilegiata e una direzione del percorso che è ribadita anche dal sistema delle pavimentazioni e dei giardini.

The project site is located on a pier far from the district where the buildings nearby. Instead, the pier is immersed in a landscape of particular interest. The shape of the closed bay on which it stands and sees the one hand the extraordinary presence of Siracusa and the rest by a landscape that at times of low mist resembles a closed lagoon. This particular condition of the place made us take the key decisions on the project. The harbor is in fact designed as an object on the pier that juts out into the sea and the gulf. A light station that should give the impression of an object fresh off the boat and suspended on a partly natural and partly artificial. It takes into account the relationship with the place as a landscape view and as binding rather than a traditional urban system. It emits light to be easily spotted by ships and passengers reaching the port. It reiterates its condition that the object belongs to the sea and its shape is derived from the composition of objects that belong to the same sea had to confront the ships arriving at the port.

The form used is  of a fishing vessel for tuna which one perceives the skeleton and  inside you see a sea wave of glass. A boat built in ruins with the slats of the structure adjustable to create a double climatic chamber with efficient plants. The box covered with wood suspended on a structure that recalls the natural forms of trees or algae reminds the pier of an aircraft carrier. The wharf is attacked by algae represented dall'estensioni soft structures under the plan that wrap in some places higher education and give the impression of growing uncontrollably.

The dock on the top floor is open to the landscape and close to the city.  to identify a privileged view which is also confirmed by the system of pavements and gardens.

 Architetti Proger Mandante  responsabile Ing. Umberto Sgambati  coordinatore progetto architettonico  Arch. Giovanni Lucentini con Arch. Benedetto Inzerillo Arch. Attilio Albegiani Ing. Stefano Pallavicini Giovane architetto Arch. Gabriele Amoroso